D: Ciao Angelo, che onore poterti intervistare 🙂
R: Piacere è tutto mio, ricambio di cuore la stima per te e tutti i ragazzi di “Ascoli da vivere”.
D: Penso che nelle nostre zone conoscano tutti il nome “Angelo Carestia”, ma raccontaci qualcosa di te…
R: Vorrei dire con una puntina di orgoglio, che ne 2015 compirò le nozze di Zaffiro con il mondo dello spettacolo, esattamente 35 anni. Oggi devo dire che l’approccio alla risata sia completamente cambiato, chiaramente sono cambiati anche i tempi, bè io ho cominciato quando c’erano ancora molti tabù sugli argomenti e sul linguaggio usato, ma nonostante questo c’era davvero molta professionalità non esistevano pressappochisti e improvvisatori e gente mediocre spudoratamente raccomandata come oggi, se arrivavi in TV era perché te lo eri meritato a suon di provini davvero molto duri e soprattutto seri, forse sì qualche raccomandato c’era, ma doveva essere bravo altrimenti si sarebbe vista lampante la differenza con i veri professionisti. Le mie esperienze televisive partono già dal “91 con il campionato degli imitatori “stasera mi butto” poi alcune cose su radio Rai che mi hanno fatto capire molti meccanismi dello spettacolo, per proseguire poi con una trasmissione in pre-serale con il maestro Mazza che si chiamava “Caramelle” trasmissione abbinata alle varie lotterie nazionali, poi ancora Rai2 stavolta con Massimo Boldi e Anna falchi, poi ancora con Luisa Corna su Rai1, con Mike Bongiorno e poi un’impressionante partecipazione a tutte le radio e Tv un po’ di tutta l’Italia Centrale che francamente nemmeno mi ricordo più……
D: Nei tuoi spettacoli interpreti tantissimi BIG dello show business, ma chi è quello a cui sei più legato?
R: Totò in primis ma anche di Montesano, Walter Chiari, Bramieri, Campanini, Ric e Gian, Franco e Ciccio, insomma di tutta quella meravigliosa generazione di artisti degli anni 50-60 che hanno fatto la storia della comicità e del quale sono ancora innamorato.
D: Il luogo comune che vuole che chi fa ridere sia in realtà triste, è un luogo comune, oppure risponde al vero?
R: Totò diceva “non puoi far ridere se non hai sofferto la fame”, oggi le cose sono cambiate, ma la teoria di fondo è quella, tutti coloro che fanno ridere sedondo me, hanno in loro qualcosa dentro, una qualche sofferenza passata, che li ha portati ad assumersi questa missione, che è quella di regalare l’allegria al prossimo facendone un mestiere vero e proprio, ma questa cosa richiede un grosso dispendio di energie a livello emotivo, ed è per questo che posso capire che, il giorno dopo una serata impegnativa si hanno le batterie scariche, e può sembrare agli occhi degli altri che si è “scontrosi” ma, credimi non è così.
D: Non è la prima volta che conduci il capodanno in piazza, come te la immagini la serata?
R: sarà una serata Fantastica!!! Abbiamo già visto negli altri anni il bagno di folla, la partecipazione, e permettimi, la dimostrazione di affetto che gli Ascolani hanno per la loro città, io credo che per un cittadino di Ascoli, passare gli ultimi minuti del vecchio anno in piazza, nella propria piazza, abbia davvero un sapore, ed un’emozione unica.
D: Quale consiglio daresti ad un giovane che volesse cominciare la carriera artistica?
R: Bè innanzitutto, cercare di capire qual’è effettivamente il proprio Talento per ognuno di loro, poi coltivarlo con impegno e perseveranza, arricchendolo sempre di più di studio e ricerca continua, non sentirsi mai arrivati, con molta molta molta UMILTA’, quell’Umiltà che può permetterti di crescere, continuamente.
D: Condurrai la serata insieme ad una bellezza ascolana, come Ilenia Alessandrini…avete già fatto delle scenette insieme per il promo, ma qualche anticipazione per la serata?
R: Ilenia, una ragazza solare! Simpatica e professinalmente valida, abbiamo , come dicevi tu fatto un paio di Spot, così, all’impronta, e devo dire che se l’è cavata alla grande! Io sono sicuro che con lei sarà davvero una conduzione scoppiettante!!!
D: Cosa ti aspetti dall’anno nuovo?
R: Sincero? Un desiderio, sarò banale, ma vorrei che davvero finisse questa maledetta crisi, per ridare in primis, la speranza a tanti ragazzi di poter tornare ad avere la certezza di potersi costruire un futuro, come lo era quand’ero ragazzo io.